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MOVIMENTO

23.033.2023 – Nel corso del workshop cerchiamo di sensibilizzare l’opinione pubblica sull’inevitabilità di riconoscere il movimento in ognuno di noi e nell’ambiente che ci circonda.

AUTORITRATTO

23.03.2023 – Specchio della propria identità.
L’identità, come un “filo di seta” unico e prezioso, ha il suo colore e la sua brillantezza inconfondibili, ma un filo trova il suo senso di esistenza se riesce a creare un tessuto. Noi esseri umani, la tessitura, la trama del tessuto, la intrecciamo con un altro filo perché siamo esseri relazionali.

IL VOLTO INVISIBILE

13.04.2023
Individuare la parte invisibile della propria identità richiede strumenti e una dinamica che apra un processo, stimolando la capacità di cogliere la parte più intima della realtà e di esprimerla dall’interiorità.

RELAZIONE E RECIPROCITÀ

20.04.2023
“Ero in una foresta con un lago, c’era un cielo azzurro e molte nuvole, diversi tipi di uccelli cantavano e le farfalle volavano tra i fiori. Era uno spazio che mi dava molta tranquillità e armonia. In quell’universo ero in relazione con la natura, come sottolinea Martin Buber nel suo libro ‘Io e Tu’, la prima sfera di relazione è la vita con la natura”. Adlih Fernández

IL VOLTO, LA MIA IDENTITÀ

04.05.2023 – Accogliere me stesso, accettare e ascoltare me stesso, essere con me stesso, vivere con me stesso.
La risposta di Pau Ricoeur alla domanda interna sull’identità si basa sulla teoria della narrazione. Ricoeur dice che l’uomo si comprende nella misura in cui si narra.
Sembra molto interessante perché è davvero qualcosa che facciamo tutti i giorni, ci relazioniamo con gli altri, facciamo della nostra vita una narrazione, ma qui l’osservazione che vorrei fare è: Come ci relazioniamo con noi stessi?

Visibile ed invisibile: la relazione come ponte

03.05.2022 – Fernando Muraca – conferenza/laboratorio
Visibile ed invisibile: la relazione come ponte.
I ragazzi sono entrati e non potevo accoglierli con le parole perché non conoscevo lo spagnolo. Ad un certo punto, mentre arrivavano, ho capito che ognuno era diverso, con la sua storia, e ho disegnato sulla lavagna dei cuori vuoti, uno per ognuno. Poi abbiamo iniziato e ho chiesto loro di scrivere dentro ogni cuore le parole con le quali si sentivano maggiormente identificati. Siamo partiti dal cuore, come se ci conoscessimo da sempre. Avevamo Erika in comune, eravamo tutti suoi amici.

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